
Sei un cagnolino. Anzi una cagna.
Ti lasci trascinare dal vento, dalle interperie. Dalle atroci e vacue dolcezze che ti procura la vita mondana.
Devi ricordare le tue origini, il tuo locus di nascita, la voce di tua madre che sussurra una ninnananna e ti porge il suo seno flaccido.
Devi portare rispetto per tua madre, che ha ucciso le tue speranze, vanificato i tuoi sogni, annichilito le tue virtù, chiudendoti nella weberiana "gabbia d'acciaio" in cui alla fine tu stai benissimo.
Ma devi fingere di soffrire. Questo essere antinomica e perennemente in contraddizione ti mette a disagio, pure quando sei sola, con te stessa, come un cane. E ti ribelli, manifesti, urli. Puttana.
Ti odio.
Muori, cagna.
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